Immaginate una rete mondiale di computer in grado di funzionare come un unico supercomputer. Il termine Grid, che significa “grata”, è utilizzato in inglese per descrivere la rete elettrica: così come oggi si può collegare un apparecchio elettrico a una presa di corrente nel muro per farlo funzionare, in futuro potremo collegarci al Grid, da ogni luogo, per avere una potenza di calcolo pressoché illimitata. In pratica, collegando un computer qualsiasi al Grid attraverso una presa si avrà accesso a un supercomputer potenziato da centinaia di milioni di processori in tutto il mondo, la cui potenza viene amplificata ulteriormente ed esponenzialmente dalla capacità di lavorare insieme in parallelo.
Rappresentazione del Large Hadron Collider del Cern di Ginevra
Questo Grid globale è l’obiettivo finale, e probabilmente ci vorranno molti anni per raggiungerlo, ma varie forme di Grid, di dimensioni più ridotte, sono già in uso a livello industriale presso colossi dell’informatica come IBM, Sun o Hewlett Packard.
A livello scientifico, invece, la struttura che sta compiendo i maggiori progressi nella realizzazione del Grid è il CERN, il centro europeo per la ricerca nucleare di Ginevra.
Il CERN non è nuovo a questo tipo di avanzamenti tecnologici. In passato la necessità di analizzare, condividere e immagazzinare i dati raccolti dallo studio delle particelle subnucleari ha portato all’invenzione di tecnologie che oggi sono d’uso comune, come i supporti ottici (CD, DVD) e persino Internet, che, prima di rivoluzionare le vite di tutti noi, era stata per lungo tempo un modo rapido e conveniente per spedire dati tra scienziati.
Ora, per analizzare l’enorme mole di dati proveniente dai vari esperimenti che, a partire dalle prossime settimane, verranno effettuati sul Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN che è il più grande strumento scientifico al mondo (si tratta di un gigantesco anello con un circonferenza di 27 km situato in un tunnel 100 metri sotto il suolo svizzero-francese), gli scienziati avranno bisogno dell’enorme capacità di analisi e data storage che solo il Grid Computing potrà offrire. Basti pensare che per contenere i dati provenienti da un singolo anno di sperimentazioni sull’LHC (15 Petabyte) ci vorrebbe una pila di CD alta 20 chilometri. Il computer più veloce al mondo, Road Runner, potrebbe anche riuscire ad analizzare questi dati in un tempo relativamente breve ma si tratta di un solo computer, che per ora è appannaggio esclusivo delle forze armate americane. Il Grid globale renderà questa potenza di calcolo accessibile a tutti, sempre, unendo le Grid già esistenti come Internet ha fatto con i network di computer.
Attualmente non è ancora possibile condividere potenza di calcolo a livello mondiale; gli esempi più comuni di Grid globali già in uso sono quelli che permettono di condividere l’analisi di un’enorme mole di dati tra molteplici computer collegati tra loro via Internet. Progetti come SETI@home, LHC@home e Folding@home utilizzano computer in stand-by collegati via Internet per analizzare rispettivamente lo spazio, le particelle subnucleari e le proteine. Folding@home ha anche ricevuto una certa attenzione mediatica perché, oltre ai computer, è in grado di utilizzare la console PlayStation 3, che, grazie alla potenza del suo processore CELL, ha notevolmente incrementato il numero complessivo di analisi effettuate.
Il processore CELL, frutto di un progetto congiunto tra Sony, IBM e Toshiba, è stato ideato proprio per funzionare al meglio in un struttura di calcolo in parallelo, come una cellula (da cui il nome) che, lavorando insieme a milioni di altre, fa funzionare un apparato. Folding@home è solo il primo piccolo passo: l’obiettivo di Sony è creare un network mondiale enorme in cui la console servirà solo come biglietto di ingresso: in altre parole, il Grid.
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