Il vecchio adagio sembra calzare a pennello anche in questo settore. Secondo Geoffrey Zatkin della EEDAR (Electronic Entertainment Design and Research) infatti, più o meno solo un esiguo 4% dei titoli in commercio genera profitto. Senza contare che modificare o riprogettare un gioco comporta il reinvestimento del 60% del budget totale.
Queste stime risultano tanto esplicative quanto disarmanti: sapere che là fuori la stragrande maggioranza dei titoli riesce a malapena a rientrare nei costi di sviluppo, pur considerando le ingenti somme che ruotano attorno al settore, è un dato “preoccupante” e che fa riflettere.
Zatkin, che per un ben undici anni ha lavorato come sviluppatore, ha fatto notare come in tutti i giochi su cui ha lavorato, lui ed altri abbiano “sempre cercato di implementare qualcosa che permettesse di vendere quel determinato gioco nel migliore dei modi possibile”.
“Non sono una o due le cose che possono determinare il successo o il fallimento di un gioco”, aggiunge il co-fondatore della EEDAR. I fattori sono molteplici e vano ricercati in componenti come i tempi di rilascio, i precedenti lavori degli sviluppatori, il genere d’appartenenza, le piattaforme su cui dovrà girare e la promessa di futuri contenuti scaricabili.
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