Un maestro del cinema horror si mette al servizio di un videogioco horror. E per farlo per la prima volta nella sua carriera non dirige le scene, ma ne fa parte. Dario Argento si è infatti messo alla prova come doppiatore per Dead Space, il nuovo titolo di Electronic Arts. "I videogiochi mi piacciono - dice Argento - perché citano il cinema con grande fedeltà e amore. Non come i registi che non citano ma copiano...".
Dario Argento - Infophoto
Il suo genio Dario Argento lo ha messo dietro la camera, con l’abilità di creare sequenze mozzafiato e inquadrature per altri impensabili. Mai nessun passaggio al di qua dell’obiettivo, se si eccettuano qualche cameo (come in “Amore all’ultimo moroso” dell’amico John Landis), l’abitudine “interpretare” lui stesso le mani dei suoi assassini. Ora il re dell’horror si cimenta anche come attore/doppiatore per “Dead Space”, nei panni del Dottor Kyne in un’avventura molto debitrice all’immaginario di John Carpenter e del Ridley Scott di “Alien”.
“Ovviamente prima di accettare mi sono fatto spiegare come sarebbe stato il personaggio e quanto cattivo – racconta Argento nel corso della conferenza stampa di presentazione -. Comunque mi sono molto divertito”. Il regista conosce il mondo dei videogame seppur non direttamente. “Non ho più l’età e soprattutto il tempo per giocare – spiega – però ho visto amici, figli di amici. È un mondo affascinante e amo questa sensibilità che c’è nei confronti del cinema, di cui vengono citate molte scene con grande devozione”.
Una cosa che non avviene tra colleghi nel mondo reale e che ad Argento non va giù. “Io sono sempre oggetto di veri e propri plagi – spiega -. Brian De Palma ha preso a piene mani dai miei film. E anche Tarantino: per Grindhouse lo ha fatto scopertamente citandomi nei titoli di coda, ma in realtà ha copiato da me anche un’altra scena senza dichiararlo”. Se c’è una cosa che piace a Dario Argento dei videogame è il fatto che chi li pensa e dirige non deve avere a che fare con gli attori... “Sarebbe una pacchia per me - dice -. Una volta gli attori li odiavo davvero, avevamo dei rapporti burrascosi. Devo ammettere però che con gli anni le cose sono migliorate: io ho imparato a trattare con loro e in più ho avuto modo di lavorare con gente come Harvey Keitel che, benché me l’avessero descritta come un mostro, si è mostrata disponibilissima. L’unica cosa che serve è molta pazienza per spiegare loro il motivo di ogni singola scena. Devo dire che me la cavo con qualche frottola...”.
Il regista ha finito di girare il suo nuovo lavoro, “Giallo”, che vede tra i protagonisti Adrien Brody ed Emmanuelle Seigner. “Non fatevi ingannare dal titolo – avverte lui – Non sarà un giallo ma un thriller a tinte forti e di sangue ce ne sarà in abbondanza”. Ma cos’ha di così affascinante il sangue per Argento? “Il sangue è bello, affascinante. E in alcune scene può essere anche molto coreografico”. E se in futuro gli offrissero di dirigere un videogioco? “Perché no? Potrei pensarci”.
Ps: non vedo l ora di incontrare questo personaggio doppiato da lui per sentirlo parlare